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L’Angolo di Novella . . per contrastare questo giorno di Non Estate

Vi siete svegliati con il grigio del cielo negli occhi? non vi preoccupate, a farvi ritornare il sole dentro c’è la nostra Novella con una delle sue poesie.

Come faremmo senza di te!!!!

 

San Michelino 2018… E non solo

Dopo mesi di latitanza e di apprensione

per via di una frattura del bacino,

resister non ho però saputo alla tentazione

di celebrar le imprese degli atleti di san Michelino.

 

Ché anche quest’anno la gara è stata dura

lungo un percorso che non perdona niente

c’al sol pensier nella mente rinnova la paura

sì ch’a infonder coraggio è venuta apposta la nostra Presidente.

 

E poiché ai nostri giorni le aperte vedute

han tolto tra uomo e donna le differenze,

non più sol sulle Manarine noi farem battute,

ma anche qualche nostro ometto sarà oggetto di burle e di scemenze.

 

Non di tutti però conosco il nome: ci dobbiamo presentare…

Poi non basta esser forti, prestanti e belli…

È necessario partecipare a molte gare,

prima di esser presi adeguatamente per i fondelli.

 

Ma torniamo a questa competizione, la più dura tra le corse,

sì che il cane dell’Arianna, addestrato dai padroni,

richiamato dal dovere, annusando tra le borse,

oltr’ai calzini della settimana passata, rinvenne pillole, droghe e molti ormoni.

 

E che dir de’ nostri atleti?… Quei che sol della fatica si fan vanto;

ciascun ha ‘l suo rimedio per alleviare la tensione:

quei che, con devozione, fanno voto a qualche santo…

e chi, come Alfonso, esce dal bar, leccandosi un ghiacciolo col limone.

 

Ma, giunto che fu il momento in cui la gara ebbe ‘l suo inizio,

alta è la temperatura, fa da serra il pettorale

– via i ghiaccioli, la barretta, la polenta ed ogni vizio –

quel rettangolo plastificato scioglie il grasso addominale.

 

Ad attender il passaggio degli atleti, stetti al kilometro secondo,

dove la pendenza è assai cattiva,

sì che più non riesci a dir neanche «porco mondo!»

e pagheresti oro un sol goccio di saliva.

 

Mano a mano che il gruppone transitava,

il rantolar saliva con veemenza…

davanti a me non più gambe né fiato,

ma sol cadaveri, sudore e, invero, tanta sofferenza.

 

Tra i primi della fila, il nostro forte Andrea Ponzini,

si faceva un baffo del caldo sahariano…

Poi la Mara col costume a mo’ di Brancolini:

quel che «topless» lo chiamò Graziano.

 

E, dopo un periodo di risultati assai bislacchi, dal taglio de’ capelli,

il Gigio fu autore di una grande prestazione:

col ricrescer delle trecce, dalla forma a vermicelli,

ha ripreso tutta la sua forza, qual novello Sansone.

 

Su per le salite anche David e la Benedetta la fatica hanno sfidato

Son venuti non per cercar gloria, ma per esser solidali…

– Lor preferiscon correre sullo sterrato –

A ogni passo sull’asfalto, ei pensava: «che do bali!».

 

Passava il lungo serpentone degli atleti coloriti,

gli ultimi andavan di passo, scambiandosi consigli e ricette:

«sai che i peperoni son più saporiti

se li metti sotto sale e poi li tagli a fette?»

 

Lì per le retrovie, non più sofferenza né grinta,

nessun agone, tutti andavan molto piano;

alcune confrontavan dei capelli la tinta,

sol la Dall’Aglio correva, in forma smagliante per Lido Adriano.

 

Ma per l’ira ruggii come un leone,

quando vidi in fondo al gruppo, col passo della pita

una giovane e atletica ragazza, in mezzo a tutte le culone:

la nostra grande Margherita!!

 

Ella, spronata dal rimprovero belluino,

lasciò sul posto le avversarie facendo la gimkana,

sì ch’al traguardo vinse una coppa di suino,

che offrirà agli amici – facendoli peccare – poiché lei è di religione vegana.

 

Ed io vorrei consolarla, ogni volta che vede salame e mortadella…

Non ne deve provar sofferenza

ché il prosciutto è il porco nella sua forma più nobile e bella,

e il maiale del salume è sol vile apparenza.

 

Autrice di una grande prestazione – ne siam certi –

fu la Silvia Bocchi, superaccessoriata, con il suo fazzolettino,

nelle orecchie le canzoni di Little Tony e Orietta Berti,

ed in tasca la sua «droga»: due bistecche di tacchino.

 

Arrivò con l’Olivia, dal forte motore:

da che ai suoi malanni ha trovato rimedio,

si fa un baffo, al traguardo, del medico rianimatore

salutandola affettuosamente con un solenne dito medio.

 

Ad attender le mogli senza i loro bambini,

pur i mariti fan da corona all’arrivo della gara:

Enrico e Nicola, le sorelle Biondini;

Giorgio, felice, festeggia la sua Mara.

 

Ella a san Michelino è tornata alla vittoria

pur coi piedi maffoni,

da Giorgio prese un bacio di gloria

poi a festeggiare con la birra Peroni.

 

Sol per quelli dell’atletica Manara

tanti applausi, incitamenti e un gran baccano:

a sostegno degli atleti al traguardo della gara,

la torcidacapeggiata dal fedele buon Graziano.

 

E, per finire, meritan giusto tributo

due nostre atlete ch’a san Michelino non han brillato,

ed io sono commossa e pentita d’aver taciuto

l’impresa memorabile compiuta nel passato:

 

Era l’otto di aprile duemiladiciotto,

si correva la maratona di Milano…

La Barbara Biondini con la febbre a trentotto,

l’Ilaria che, nell’infermità, la prese per mano.

 

Di mattino presto, quando mancavan poche ore alla partenza della gara,

mentre la Barbara nel bagno dell’albergo si tagliava i peli

ed era alle prese con smalto, rossetto e mascara,

l’Ilaria, in piedi sul letto, ascoltava l’inno di Mameli.

 

Concluser la maratona al limite della sopravvivenza,

contrassero entrambe una lunga e dolorosa malattia,

ch’all’intestino colpì quell’influenza,

sì ch’ancora a san Michelino soffrivano di dissenteria.

 

E non guardar s’a far la gara ci han messo un’ora e dieci,

al passo dell’escavatrice.

L’importante è che sia andato bene l’esame delle feci.

Quel che tiene in gioco è non arrivare dietro la Motivatrice.

 

Presto torneranno agli antichi splendori,

le nostre campionesse, senza più passi falsi,

lasciando alle spalle gli intestinali dolori

e quell’eccesso nocivo della peristalsi.

 

E anche per quest’anno abbiamo celebrato i nostri valorosi eroi

nell’impresa di san Michelino e del suo caldo afoso…

Cosa sono, a confronto, lo Stelvio o il passo Pordoi?!

… Due gallette di riso di fronte ad un salamino oleoso.

 

Qualche atleta fu deluso per la sua prestazione…

Lo consola il compagno: «questa gara è in salita».

Con due fette d’anguria se ne fa una ragione:

ch’a san Michelino quel che conta è aver salva la vita.