IN EVIDENZATRAIL

L’avventura di Patrich Tognoni a Rovaniemi

 

Ritornare al quotidiano dopo un’avventura fuori dall’ordinario, raccogliere le idee, e raccontare di una seconda Rovaniemi. Di un ritiro <non poteva essere così sarebbe stato da stupidi continuare> dopo la grandiosa prova dello scorso anno, di quello che resta nel cuore e nelle gambe di Patrich Tognoni, adesso che è tornato a casa e guarda già avanti alle prossime imprese.

<Sono stati giorni bellissimi, dove in tanti mi hanno scritto e mi hanno fatto capire che ritirarsi da una gara fa parte di un cammino di crescita e di consapevolezza, e lo affermo io che scherzando dico sempre che non si deve mollare mai. A volte invece è necessario capire che è troppo quello che si sta chiedendo al proprio corpo. Sono arrivato a Rovaniemi contentissimo dell’invito, ma sapevo di non stare bene: un mal di schiena fortissimo impossibile da ignorare, anche se nei primi sessanta chilometri la tabella di marcia era in bolla con le aspettative>.

Cosa hai trovato di diverso rispetto allo scorso anno? <prima di tutto le temperature più calde, che sembra un paradosso ma non aiutano. Si andava dai meno dieci allo zero,  e questo significa che la neve non era compatta. In salita non si riusciva a correre, e in discesa si sprofondava. La schiena ne ha risentito tantissimo. Credetemi, non ho rimpianti. In questo momento non ero all’altezza di correre questa gara, ma penso che i primi sessanta chilometri sono stati ottimi, quindi da qui voglio ripartire come sempre>.