I PROTAGONISTI

Maria Sole: il mio Ironman 70.3

…non so se serva un motivo valido per andare a fare una gara dall’altra parte del mondo, sinceramente spero di no perché non lo avrei, se non il fatto che una sera di ottobre un ragazzo di Milano mi ha parlato di questo Ironman 70.3 a Subic Bay (Filippine) in programma il 12 marzo 2017. Ho detto subito “Sì”…tanto 6 mesi sembravano lontani…
Da quella sera ho provato ad allenarmi un po’ meglio, perché credo che certe distanze vadano comunque rispettate ed affrontate consapevolmente, ad ogni livello. Per me sarebbe stato ovviamente la prima esperienza sul mezzo Ironman, ed ero abbastanza spaventata all’idea che le mie gambette avrebbero dovuto sostenere tutto quel po po di roba, ma ora, a cose fatte, sono felicissima di aver accettato.
Le manifestazioni “Ironman” sono, devo dire, eventi speciali, ben organizzati, dove si respira sport. Persone di tutto il mondo, di tutte le età e di tutti i livelli seguono questo “brand” con passione, carica, esaltazione talvolta, ognuno con la propria motivazione e il proprio obiettivo, ma tutti con correttezza e sportività.
Prendo il volo mercoledì, il giovedì sera arrivo in loco…8 ore di fuso, caldo, 34gradi, 80% di umidità…ma sono talmente carica che neanche lo sento. Registrazione, informazioni sul percorso, briefing, consegna pettorale, check-in bike…il sabato sera tutto è pronto, provo a dormire, la sveglia è alle 3:30.
Alle 6:30 partenza. Si nuota in un mare azzurro cristallino. Lo guardo e mi dico: “ma cosa vuoi di più? Buttati e divertiti!” E così è stato. Uscita dall’acqua prendo Aquila per la corna (la mia bici si chiama così) e parto per quei 90km tanto temuti. Una stradona enorme sempre più calda, mare, sole, vento, piante, e a fianco delle bici che sembrano astronavi, che potrebbero sembrare un po ridicole, ma poi anche a quelle ci si abitua.
Quando mancano 10km mi dico:”forse sono salva!”.
Poso Aquila infilo ai piedi le scarpe da corsa che, forse non a caso, si chiamano Freedom, e parto tranquilla, col sorriso, perché ormai, mi son detta, il peggio è passato. “Ice” e “shower” ogni 2 km per sconfiggere quel sole estenuante, lungo la strada ragazzini e mamme ad incitare “go go mam”, che devo ancora capire se stesse per Mum o Madame…ma poco importa…mi hanno sostenuto fino al traguardo, dove ho raggiunto il mio obiettivo di arrivare integra, felice e divertita, e soprattutto, incredibilmente, nonostante le 6ore e 30 di caldo e fatica, con la voglia di fare al più presto un’altra gara così…